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Apicoltura biologica quali regole bisogna seguire
Tutorial apicoltura

Apicoltura biologica. Quali regole bisogna seguire?

L’apicoltura è un’attività che sta conoscendo una continua e costante crescita. Se ben praticata, – grazie all’applicazione di determinate regole – può regalare davvero grandi soddisfazioni. Ma prima di cimentarsi in un’attività sconosciuta per molti, bisogna documentarsi bene e imparare delle nozioni importanti. Una di queste è la differenza tra apicoltura standard e apicoltura biologica. In sostanza bisogna capire cosa le contraddistingue, quali approcci prevedono e se si devono avere delle competenze specifiche per una o per l’altra.

Cosa si intende per apicoltura biologica?

Il settore del biologico, in Italia e nel mondo, sta registrando altissimi profitti grazie all’ingresso nel mercato della grande distribuzione. Il risultato è che col tempo sta diventando alla portata di tutti. Oggi, quindi, sempre più aziende si sono convertite al biologico, o hanno intenzione di convertirsi, sia per diversificare l’offerta sia per ragioni etiche e ambientali.

Questo discorso vale chiaramente anche per l’apicoltura, la cui quota di mercato del miele oscilla tra il 3 ed il 6%. Nello specifico, per apicoltura biologica si intende un sistema nel quale vengono rispettate norme e procedure prettamente specifiche per ottenere prodotti dell’alveare 100% naturali, senza l’utilizzo di elementi chimici e che non rispettino la natura. Il miele non viene pastorizzato ed è assolutamente vietato l’utilizzo di pesticidi o altri prodotti che lo possano inquinare.

I vantaggi dell’apicoltura biologica

Il vantaggio principale dell’apicoltura biologica sta nell’assoluto rispetto verso la natura e l’ambiente. Questo è un aspetto di grande importanza per chi si dedica alle api, e quindi di per sé ha già particolarmente a cuore la salvaguardia ambientale. Si tratta di una concezione nuova, un nuovo modo di pensare il rapporto tra uomo e natura, inteso ora come una collaborazione a 360° per la tutela di entrambi.

Altro vantaggio sta nella qualità dei prodotti, aspetto assolutamente da non sottovalutare. L’apicoltura biologica permette di ottenere miele 100% naturale, senza l’utilizzo di prodotti chimici, e quindi che fa bene all’uomo e rispetta le api. Inoltre, la garanzia di qualità viene certificata, e questo permette di differenziarsi dai molti competitor presenti sul mercato.

Apicoltura biologica: ecco l’iter da seguire

Non si nasce biologici, ci si diventa. Se un’azienda vuole convertirsi al biologico e fregiarsi della fogliolina verde deve seguire un iter in un arco di tempo specifico, affidandosi ad un organismo certificatore che seguirà tutte le fasi, fornendo informazioni dettagliate e un registro nel quale annotare ogni cosa. Nel caso dell’apicoltura, il periodo di conversione avviene quando la cera dei favi viene sostituita con quella biologica, nell’arco di un massimo di 3 anni e, possibilmente, la sostituzione per ogni alveare dovrebbe coinvolgere il 50% dei favi entro il primo anno.

È importante che gli apiari devono essere costruiti con materiali che non danneggino l’ambiente circostante e collocati in territori in cui viene praticata l’agricoltura biologica o nelle zone ricche di flora, lontane da fonti inquinanti quali discariche o strade molto trafficate (a tale proposito l’apicoltore deve fornire all’organismo di controllo l’inventario cartografico di tutte le aree in cui sono collocati). In linea generale, inoltre, anche se gli sciami e le regine (resta vietata la spuntatura delle ali) devono essere acquistate da aziende biologiche, è comunque consentito prenderle anche da aziende non biologiche, ma fino ad un massimo del 10% e purché siano collocati in alveari con favi o fogli cerei provenienti da unità di produzione biologica.

Anche per quanto riguarda gli alveari, è fondamentale assicurarsi che siano sempre in salute grazie all’aiuto di sostanze e materiali naturali (ad esempio vernici atossiche ad acqua). Per il trattamento della varroa non è consentito l’utilizzo di presidi chimici, in favore di prodotti a base di acido ossalico, acido formico e timolo. Qualora le colonie continuassero ad essere malate, esse andranno immediatamente curate ed isolate.

Poi ancora, l’alimentazione di soccorso va effettuata all’occorrenza e sempre con prodotti biologici, come zucchero, polline e sciroppi (si interviene con la nutrizione artificiale in un periodo tra l’ultimo raccolto di miele e 15 giorni prima del successivo); inoltre sono ammessi trattamenti fisici con fiamma diretta o vapore. Ma non è tutto. Anche il laboratorio di smielatura non deve subire contaminazioni, cioè dovrebbe essere utilizzato solo per il miele biologico. In caso contrario entrerà in produzione secondaria e necessiterà della certificazione HACCP. Infine su ogni prodotto bisogna indicare la certificazione con il simbolo del biologico, dopo l’apposita verifica dell’organismo competente.

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